Fauve 2017
Famille Delouvin
€56.00
Tipologia Spumante
Regione Champagne
Comune Vandièeres, Vallée de la Marne
Vitigno Chardonnay 75% Meunier 25%
Dosaggio Pas Dosè
Sboccatura 02/23
Affinamento in Inox e botti di rovere, 72 mesi sui lieviti
Grado alcolico 12%
Formato 0,75l
Contiene solfiti – Prodotto in Francia
L’immagine è puramente indicativa e potrebbe non rispecchiare appieno le caratteristiche del prodotto
Fauve 2017: 75% chardonnay e 25% pinot meunier provenienti da una vigna su gesso affiorante a Vandieres. Tiratura limitata, sulle 2000 bottiglie all’anno. La cuvée di base è composta da un’unica annata; di fatto un millesimato. Il Meunier non svolge la fermentazione malolattica per preservare freschezza e vivacità. La sosta sui lieviti è di almeno 5 anni, non dosato alla sboccatura. profilo “gessoso” del Meunier, inconsueto e molto accattivante. Uno Champagne di forte carattere e nerbo acido. La maturità delle uve scelte dona “materia e una freschezza di prim’ordine. Vibrante!
Nato nel 1949 dall’unione di Éliane Nowack e Pierre Delouvin, eredi di due famiglie storiche di viticoltori e tonnelliers di Vandières, il domaine dal 1976 ha visto succedere alla guida il figlio Bertrand Delouvin. Egli è riuscito a imprimere una svolta qualitativa con nuove tecnologie, affinamenti più lunghi e l’introduzione del metodo solera per i vin de reserve. E’ riuscito però a conservare la peculiarità aziendale, la realizzazione cioè di vini 100% Pinot meunier e 100% di Vandières. Nel 2011 è quindi salito in sella Geoffrey Delouvin, esponente dell’undicesima e ultima generazione familiare. Dopo diverse esperienze in Champagne e all’estero, ha iniziato a curare l’attività produttiva di casa continuando a produrre le cuvée storiche. Un po’ alla volta ha poi iniziato ad affiancare ai vini storici vini selvaggi, identitari e di grande stoffa caratteriale.
Attualmente il parco vitato misura poco più di 7 ettari, quasi tutti piantati a Meunier, a parte un ettaro a chardonnay e alcuni piccoli appezzamenti a pinot nero, pinot grigio, pinot bianco e petit meslier. L’approccio sostenibile alla viticoltura si basa sulla rinuncia alla chimica, l’inerbimento spontaneo, la conservazione delle vecchie vigne e la selezione massale per i nuovi impianti.
Famille Delouvin, creati da Geoffrey, per Champagne “di ispirazione borgognona”, con selezioni parcellari che danno vita a Pinot meunier sapidi e Chardonnay gessosi, fermentazioni spontanee e affinamento sui lieviti in piccole botti di legno. Per il vin de reserve si è scelta la strada del metodo solera, iniziato nel 1992.
PRODUTTORE
Famille Delouvin
Nato nel 1949 dall’unione di Éliane Nowack e Pierre Delouvin, eredi di due famiglie storiche di viticoltori e tonnelliers di Vandières, il domaine dal 1976 ha visto succedere alla guida il figlio Bertrand Delouvin, che è riuscito a imprimere una svolta qualitativa con nuove tecnologie, affinamenti più lunghi e l’introduzione del metodo solera per i vin de reserve, il tutto conservando la peculiarità aziendale, la realizzazione cioè di vini 100% Pinot meunier e 100% di Vandières. Nel 2011 è quindi salito in sella Geoffrey Delouvin, esponente dell’undicesima e ultima generazione familiare: dopo diverse esperienze in Champagne e all’estero, ha iniziato a curare l’attività produttiva di casa continuando a produrre le cuvée storiche, a cui un po’ alla volta ha iniziato ad affiancare vini selvaggi, identitari e di grande stoffa caratteriale.
Attualmente il parco vitato misura poco più di 7 ettari, quasi tutti piantati a Meunier, a parte un ettaro a chardonnay e alcuni piccoli appezzamenti a pinot nero, pinot grigio, pinot bianco e petit meslier. L’approccio sostenibile alla viticoltura si basa sulla rinuncia alla chimica, l’inerbimento spontaneo, la conservazione delle vecchie vigne e la selezione massale per i nuovi impianti.
Famille Delouvin, creati da Geoffrey, per Champagne “di ispirazione borgognona”,
con selezioni parcellari che danno vita a Pinot meunier sapidi e Chardonnay mgessosi, fermentazioni spontanee e affinamento sui lieviti in piccole botti di legno. Per il vin de reserve si è scelta la strada del metodo solera, iniziato nel 1992.